
“I dati presentati parlano di una percentuale nazionale del 38,3% di parti con taglio cesareo, con picchi in alcune regioni fino al 60%, nettamente superiori alle statistiche dell'Unione Europea che indicano una media del 23,7% e quelle degli Usa del 27,5%", sottolineano i parlamentari.
Il governo viene invitato a promuovere, insieme a Regioni e Province Autonome, “un appropriato ricorso al parto con taglio cesareo, mediante l'utilizzo di strumenti informativi adeguati. A rilevare tutte le informazioni possibili legate alla fase pre-natale, all'evento nascita e al monitoraggio a un anno dalla nascita del bambino. E a introdurre e sviluppare strumenti di audit e feedback, efficaci e adattabili alle diverse realtà regionali, importanti per controllare alcune delle cause dell'elevato ricorso al taglio cesareo”.
I parlamentari chiedono, inoltre, che “le Regioni con percentuali di tagli cesarei più alti vengano invitate a fornire consulenze e a distribuire materiale informativo alle donne incinte sui corsi preparto, sui vantaggi e svantaggi del cesareo, sul tipo di intervento, sui rischi e i benefici e sulle implicazioni per le gravidanze future”.
Il rapporto Euro-Peristat 2008, sulla salute materno-infantile in Europa riporta, infatti, una situazione italiana disomogenea: si passa dal 22% di cesarei della Valle d’Aosta al 62% circa della Campania.
fonte quimamme
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